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Channel: Baseball Italia
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Ciak, si gira, Baseballitalia fa lo spot

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La notizia del giorno: il giocatore italiano di baseball non teme il confronto con una videocamera. Sebbene non sia solito vedere un qualche attrezzo di ripresa all'interno di un campo da baseball, né prima né dopo una partita, il giocatore italiano di baseball dimostra di sapere come gestire i tempi e gli spazi di un incontro ravvicinato del terzo tipo, quello del faccia a faccia, e vada come deve andare.

L'occasione per verificare l'attendibilità di questa tesi l'abbiamo avuta stamane, nel corso della realizzazione dei primi spot che contiamo possano veicolare la diffusione del nostro progetto, Protagonisti, i giocatori dell'Avigliana Baseball, società che nella scorsa stagione ha partecipato al campionato più importante d'Italia e che nel 2008 giocherà un gradino più sotto, in A2, in attesa di ripetere il grande salto. E Mattia Vaschetto, interbase della Juve98 Torino, sodalizio che milita da anni in serie B e che ha recentemente stretto un patto d'acciaio con i cugini Grizzlies per - si dice - (ri)costruire una storia importante di baseball nella città del gianduiotto e del "anduma bin?".

L'obiettivo della giornata per Baseballitalia: costruire uno spot credibile e pure divertente. La location: lo stadio Paschetto di Torino, in via Passo Buole. Nello specifico, gli spazi all'interno del cosiddetto tunnel al coperto che il Comune ha costruito di recente per il bene del baseball torinese. I contenuti: i giocatori coinvolti, in divisa da gioco, avevano il compito di recitare un testo di poche righe e poco altro. Non volevamo forzare la mano, eravamo convinti che il rapporto con la videocamera avrebbe rappresentato una difficoltà di tutto rispetto per atleti non abituati a farsi riprendere. Il tempo era limitato, non potevamo rischiare di ripetere il ciak troppe volte. Invece, ecco che capita l'imprevedibile: i giocatori sfoggiano una sicurezza da far invidia ad attori già rodati. Si piazzano davanti all'occhio freddo dell'attrezzo da ripresa e fanno ciò che era stato chiesto loro con determinazione e scioltezza, come se fosse una cosa da nulla. Roba da non credere, dico io. E subito dopo il pensiero continua: hai visto i giocatori di baseball italiani (ma sì, generalizziamo, cosa volete che sia, e poi il campione di riferimento per il nostro test era sì limitato, ma pur sempre rappresentativo in qualche modo del contesto in cui lavoriamo), sono pronti ad affrontare i mezzi di comunicazione più impegnativi; vuoi vedere che se arriva il professionismo, non scapperanno di fronte alle telecamere della Rai che faranno del loro meglio (le telecamere, ma soprattutto gli operatori che ci stanno dietro e i giornalisti, si intende) per catturare ogni minima loro debolezza per lanciarla in tv all'ora di pranzo o poco prima di cena? Chiaro, se arriva il professionismo, ma arriva?

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